L’importante per l’uomo virtualmente liberato dalla caduta è rimanere nella santa infanzia. In un certo modo Adamo ed Eva erano “fanciulli” prima della caduta e non sono diventati “adulti” che con e dopo di essa; l’età adulta infatti rispecchia il regno della caduta; la vecchiaia, in cui le passioni si sono estinte, somiglia nuovamente all’infanzia e al Paradiso, nelle condizioni spirituali normali per lo meno.

Occorre combinare l’innocenza e la fiducia dei più piccoli con il distacco e la rassegnazione dei più vecchi; le due età s’incontrano nella contemplatività, poi nella prossimità a Dio: l’infanzia è “ancora” vicina a Lui, e la vecchiaia lo è “già”. Il fanciullo può trovare la felicità in un fiore, e così il vecchio; gli estremi si toccano, e il cerchio spiroidale si richiude nella Misericordia.

Schuon, Sguardi sui mondi antichi, Mediterranee, 1996, p. 55.