Il sole, non essendo Dio, deve prosternarsi ogni sera dinanzi al trono d’Allâh; è ciò che si dice nell’Islam. Parimenti: Mâyâ, non essendo Atmâ, non può affermarsi che per intermittenze; i mondi scaturiscono dalla Parola divina e rientrano in essa.
L’instabilità è lo scotto della contingenza; chiedere perché vi sarà una fine del mondo e una resurrezione, equivale a chiedere perché una fase respiratoria si ferma a un momento determinato per essere seguita dalla fase contraria, o perché un’onda si ritira dalla riva dopo averla sommersa, o ancora perché le gocce de un getto d’acqua ricadono a terra.
Siamo possibilità divine proiettate nella notte dell’esistenza, e diversificate a motivo di questa stessa proiezione, come l’acqua si disperde in gocce quando è lanciata nel vuoto, e anche come si cristallizza quando è colta dal freddo.
Schuon, Sguardi sui Mondi Antichi, “Sulle tracce di Mâyâ“, Mediterranee, Roma, 1996, p. 92.
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