Monaca buddista. Asia meridionale. 1930 circa.

Un mondo è assurdo in quanto il contemplativo, l’anacoreta, il monaco, appaiono in esso come un paradosso o un “anacronismo”. Ora il monaco è nell’attualità appunto perché è atemporale: viviamo nell’epoca dell’idolatria del “tempo”, e il monaco incarna tutto quello che è immutabile, non per sclerosi o per inerzia, ma per trascendenza.

Schuon, Sguardi sui Mondi Antichi, Edizioni Mediterranee, 1996, pp. 119-120.