Dal punto di vista della soggettività umana, l’uomo è il contenente e Dio il contenuto; dal punto di vista divino — se ci si può esprimere così — il rapporto è inverso, tutto essendo contenuto in Dio e nulla potendo contenerlo. Dire che l’uomo è fatto a immagine di Dio, significa nello stesso tempo che Dio assume a posteriori, di fronte all’uomo, qualcosa di questa immagine; Dio è puro spirito e l’uomo è di conseguenza intelligenza o coscienza; inversamente, se definiamo l’uomo come intelligenza, Dio apparirà come “Verità”.
In altre parole, Dio, volendo affermarsi sotto l’aspetto “Verità” si indirizza all’uomo in quanto dotato di intelligenza, come si indirizza all’uomo in estremo bisogno per affermare la sua misericordia, o all’uomo dotato di libero arbitrio per affermarsi come legge di salvezza.
Schuon, “Religio Perennis”, Sguardi sui Mondi Antichi, Mediteranee, 1996.